Villa Berchet con oratorio, parco e giardino loc. Marocco

Vincolo del 28.02.1953 e 10.10.1964

Località: via Terraglio, 92/94
Costruzione: secolo XVIII

LA STORIA

Il complesso, posto in località Carpenedo, lungo via Terraglio, è composto da un corpo principale a “L”, comprendente l’edificio padronale e la cappella privata, a cui è accostato, in posizione arretrata rispetto al fronte principale, un ulteriore corpo a “L”, sede di ambienti di servizio e della scuderia, disposti in modo da formare una corte rettangolare aperta per metà sul lato lungo a sud, dove affaccia il prospetto principale. Sul lato ovest, prospiciente il Terraglio, si aprono, a destra e a sinistra, i due ingressi alla proprietà.

La villa, costruita nel 1740, fu ricavata da un casino seicentesco acquistato nel 1718 dal padre dei due committenti, i fratelli Francesco e Bonomo Algarotti, l’uno noto letterato, l’altro uomo d’affari.

Nel 1805 vi soggiornò per una notte il generale francese Massena e, nel 1810, fu residenza del governatore militare francese di Venezia. Durante i moti del 1848/49 fu occupata dagli Austriaci e ospitò il generale Mitis nel giorno della sortita di Forte Marghera, del 27 ottobre 1848.

Nel 1866, alla fine della terza guerra di indipendenza, vi venne firmato il documento che stabiliva i nuovi confini fra Italia e Impero Austro – Ungarico.

Di proprietà della famiglia Berchet dal 1858, ospitò fino alla morte, avvenuta nel 1913, il patriota e storico veneziano Guglielmo Berchet. Durante la prima guerra mondiale, fu adibita ad ospedale della Croce Rossa Americana; fu poi ceduta ai Marcello e nel 1922 fu sede di un comando fascista nei giorni della marcia su Roma. Occupata da truppe tedesche nel 1943, nel secondo dopoguerra fu acquistata dalla Montevecchio, azienda del gruppo Montedison. Nel 1969 è stata venduta alle Figlie di San Giuseppe, che l’hanno adibita a scuola, funzione che svolge a tutt’oggi.

La costruzione si discosta dallo schema tipico delle ville venete in quanto il suo sviluppo, prevalentemente orizzontale, ricorda i casoni rurali. Presenta infatti un solo piano rialzato e un sottotetto. La facciata più interessante, quella che dà sul parco – giardino, è costituita da elementi con mattoni a vista. L’internosi articola in una grande sala che conserva busti classici, vasi e affreschi.

Notevole anche la scuderia, simile ad un tempietto – in quanto in origine oratorio – decorata da bassorilievi. La cappella dà invece sul Terraglio. Nel parco sorge un padiglione circolare, ora adibito ad abitazione privata. Il parco un tempo era molto più vasto, arrivando a lambire le attuali via Trezzo e via del Tinto; è stato infatti in buona parte distrutto nel secondo dopoguerra, in quanto la Montevecchio, allora proprietaria, ne utilizzò una parte per costruire per i propri dipendenti l’attuale villaggio Sartori.

(Fonti: ricerche in rete: wikipedia/Villa Algarotti, Berchet; “Ville della provincia di Venezia” – Elena Bassi – Ed. Rusconi. 1987; “Ville Venete – Decreti di vincolo e relazioni storico – artistiche” – Istituto Regionale Ville Venete” – Marsilio Ed. 1994)